Come ripensare la formazione aziendale nell’era della digital transformation
Mentre il dibattito sul digital learning si concentra su AI e metaverso, un cambiamento più profondo sta influenzando l’apprendimento in azienda: la fusione tra momento formativo e momento lavorativo. Il learning “in the flow of work” sta scalando le preferenze dei learner rispetto alla formazione strutturata.
Questo cambiamento silenzioso è significativo per le aziende perché rivela che gli approcci tradizionali non sono più efficaci. E un approccio non efficace in azienda si traduce in uno scarso ROI con conseguente abbassamento del livello di produttività.
Il 79% delle organizzazioni ritiene di non ottenere più un buon ritorno sull’investimento dalla spesa per l’apprendimento. Fonte: Deloitte-Global Human Capital Trends 2024 |
Perché è importante avviare questa riflessione? Partiamo dai dati. Secondo le ultime ricerche la formazione aziendale è in crescita, ma allo stesso tempo si registra un progressivo disinteresse dei dipendenti rispetto alle pratiche di apprendimento tradizionali.
Le ragioni sono diverse: dall’overload cognitivo alla diminuzione dello span di attenzione, dai sistemi di valutazione standardizzati alla mancanza di personalizzazione. In questa evoluzione, la tecnologia digitale non è solo un enabler, ma il tessuto connettivo che permette di ripensare completamente l’esperienza di apprendimento. Non si tratta più di digitalizzare contenuti formativi, ma di creare un ecosistema dove apprendimento, lavoro e tecnologia si fondono naturalmente.
Questa trasformazione richiede un nuovo framework operativo per gli HR, basato su un approccio sostenibile all’apprendimento che bilanci tre elementi chiave: personalizzazione dei percorsi, valutazione adattiva e benessere cognitivo.
Il nuovo framework del Digital Learning
Personalizzazione dei percorsi
In azienda, un paradosso sotto gli occhi di tutti deve far riflettere: mentre si discute di engagement e personalizzazione, decine di notifiche di corsi da completare lampeggiano sui device aziendali ed elaborati piani formativi faticano a tenere il passo di una popolazione aziendale in forte cambiamento. Nel 2024, l’83% dei leader L&D italiani identifica lo sviluppo delle competenze come priorità strategica (LinkedIn Learning 2024). Eppure gli approcci standardizzati non stanno mantenendo il passo con questa esigenza.
Lo avrai sicuramente notato: il modern learner è profondamente diverso dal suo predecessore di appena pochi anni fa. I professionisti di oggi navigano in una realtà dove l’upskilling continuo è la norma, il tempo la risorsa più preziosa e la personalizzazione non un lusso ma una necessità. Resistono attivamente ai tentativi di standardizzazione, cercano micro momenti di apprendimento integrati nel flusso lavorativo e si aspettano la stessa esperienza fluida e contestuale che ricevono dalle loro app personali.
Nelle organizzazioni sensibili a questa nuove esigenze di crescita il modello di apprendimento sta passando da push (“ecco cosa devi imparare”) a pull (“trova ciò di cui hai bisogno, quando ne hai bisogno”): invece di corsi obbligatori calendarizzati (push) si implementano piattaforme on-demand dove i dipendenti possono accedere ai contenuti secondo il bisogno del momento.
Possiamo paragonare questo nuovo paradigma a quello instaurato da Netflix, sostituendo la pianificazione della serata sulla base del palinsesto TV alla scelta personale del contenuto da fruire.
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Approccio Push (tradizionale): Settimane di onboarding standardizzato con sessioni obbligatorie per tutti i nuovi assunti, indipendentemente dal ruolo e dall’esperienza. ![]() Approccio Pull (nuovo paradigma): Portale di onboarding personalizzato dove ogni nuovo assunto accede a micromoduli specifici per il proprio ruolo, consultabili quando necessario durante le prime settimane di lavoro. Supportati da mentorship on-demand e checklist contestuali che appaiono nei momenti rilevanti. |
Assessment adattivo
A monte della scelta strategica della personalizzazione dei percorsi risiede l’altro elemento chiave del Digital Learning: la valutazione adattiva. La necessità di questo processo emerge proprio dalle criticità dell’apprendimento tradizionale, dove il modello push mostra evidenti limiti:
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– Engagement in calo nei corsi tradizionali – Feedback che evidenziano gap formativi – Risultati non allineati agli obiettivi aziendali – Crescente richiesta di personalizzazione |
Il fattore rivoluzionario è proprio questo: il passaggio da dinamiche di valutazione lineare a valutazioni dinamiche che “imparano” dal learner e modulano gli interventi formativi in funzione dei dati raccolti.
Immagina il sistema come un navigatore che non si limita ad indicare la strada, ma ridisegna costantemente il percorso basandosi sulle preferenze e necessità. Il navigatore, in questo caso, sono le nuove piattaforme di assessment digitale, come SKIMUP, la cui adattabilità si esprime grazie a un sistema di feedback specifici che trasformano ogni valutazione in un punto di partenza per un percorso di crescita personalizzato, allineando sviluppo individuale e obiettivi aziendali.
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Auto-calibrazione – Modula la difficoltà in base alle risposte – Ottimizza la durata della valutazione – Si adatta al livello del partecipante Analisi Predittiva – Identifica pattern di competenze – Evidenzia gap formativi specifici – Mappa il potenziale di sviluppo Personalizzazione Dinamica – Genera percorsi di crescita individuali – Allinea sviluppo e obiettivi aziendali – Aggiorna il profilo in tempo reale Actionable Insights – Traduce i dati in indicazioni concrete – Suggerisce next step formativi – Monitora i progressi nel tempo |
Adottando un approccio data-driven e sfruttando tecnologie avanzate, le aziende possono ottenere una comprensione più approfondita delle proprie risorse umane, migliorando l’efficienza operativa e mantenendo un vantaggio competitivo nel mercato.
Sostenibilità cognitiva

In questo scenario di apprendimento continuo, la sostenibilità cognitiva emerge come principio guida del nuovo paradigma formativo. Così come un’azienda valuta la propria impronta ambientale, oggi le organizzazioni più consapevoli misurano l’impatto cognitivo dei propri processi formativi.
Il Carico Cognitivo nel Contesto Aziendale
- Multitasking continuo tra formazione e attività lavorative
- Interruzioni frequenti del processo di apprendimento
- Sovraccarico informativo nelle comunicazioni aziendali
- Pressione temporale sullo sviluppo di nuove competenze
Ogni notifica, assessment, corso e sessione formativa viene valutata non solo per l’efficacia, ma anche per il “costo cognitivo” che comporta. In un’epoca di attenzione frammentata, proteggere e ottimizzare le risorse cognitive è diventato un imperativo strategico.
Ed è qui che emerge la vera innovazione tecnologica: l’orchestrazione intelligente tra valutazione, apprendimento e benessere. Gli strumenti digitali non si limitano a facilitare processi, ma creano quell’equilibrio dinamico tra sviluppo delle competenze e sostenibilità cognitiva che caratterizza le organizzazioni ad alte prestazioni.
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L’Impatto del Framework Integrato – Assessment che genera insight immediati e percorsi personalizzati – Digital learning che si adatta ai ritmi naturali di apprendimento – Protezione attiva delle risorse cognitive attraverso micro-esperienze mirate |
Il digital learning del 2025 non è solo una questione di tecnologia o contenuti: è un nuovo modo di pensare alla crescita delle persone nelle organizzazioni. Quando assessment adattivo, personalizzazione e sostenibilità cognitiva si fondono, l’apprendimento torna ad essere ciò che dovrebbe essere: un processo naturale, continuo e sostenibile. Non più un’attività da svolgere, ma un modo di lavorare.