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Approccio data driven nelle risorse umane: perché i dati stanno rendendo le HR più umane

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La frase “secondo me” dovrebbe scomparire dal lessico HR quando si tratta di prendere decisioni.

È naturale avere impressioni o “intuiti” su ciò che accade nell’organizzazione e la lunga esperienza sul campo spesso li legittima. Ma oggi un potente alleato trasforma l’opinione in fatto: è il dato.

I dati svelano più che performance e assenze, mostrano il potenziale inespresso, le competenze che mancano per rimanere competitivi, i potenziali problemi latenti.

Un approccio data driven nei processi HR non cancella l’empatia, la potenzia. Fornisce uno sguardo imparziale che guarda tra le righe dei curriculum e le dinamiche nei team. È la leva intelligente per l’azienda 4.0 che dà valore ai suoi talenti.

Il passaggio dalla cultura dell’esperienza a quella del dato non è immediato e sicuramente sulla sua strada incontrerà molte resistenze perché le domande che l’accompagnano sono diverse. Quali metriche contano davvero? Come mantenere il senso umano del lavoro? L’algoritmo sostituirà lo “sguardo” umano?

I risultati ad oggi danno risposte positive rispetto all’utilizzo di questo nuovo paradigma: il valore strategico dell’HR data-driven sta nel valorizzare le persone, non nella loro sostituzione.

graphic SKIMUP La piattaforma di Assessment e Formazione Elearning Data Insight
Secondo diversi report di McKinsey e Deloitte, le aziende che adottano un approccio data driven nelle HR registrano performance superiori rispetto alla media:

+3,1 volte in retention dei talenti
+3,5 volte nel superamento della concorrenza per crescita dei ricavi

L’uso sistematico dei dati non è solo un miglioramento operativo: è un moltiplicatore strategico misurabile. 

Oltre l’istinto: come i dati stanno trasformando le decisioni HR

Le decisioni HR fondate sui dati utilizzano le informazioni quantitative raccolte attraverso strumenti prevalentemente digitali per guidare diverse scelte strategiche: dal recruitment, all’onboarding, all’engagement, alla crescita professionale, al wellbeing dell’organizzazione.

L’approccio legato all’utilizzo di HR Analytics permette di:

  • individuare pattern ricorrenti
  • confrontare gruppi omogenei
  • ridurre i bias
  • pianificare strategie con maggiore precisione

L’intuito umano non perde di valore, viene potenziato da un superpotere che aiuta a trovare ciò che spesso resta invisibile o frainteso.

Tavola disegno 11 SKIMUP La piattaforma di Assessment e Formazione Elearning Focus
Cosa distingue un’organizzazione data driven?
Una cultura della misurazione, strumenti analitici integrati nei processi, e competenze trasversali tra HR e IT.
La tecnologia abilita, ma è la visione strategica a fare la differenza. 

Dati e persone: le metriche che aiutano a costruire fiducia, benessere e inclusione

Il tema del benessere in azienda è molto dibattuto e non è difficile capire perché. Le richieste del mondo del lavoro sono pressanti e la velocità con cui si muove rende spesso difficile restare al passo, soprattutto per quel segmento di popolazione senior che è si è trovato catapultato in un mondo diverso quasi senza accorgersene.

Parallelamente, però, anche le generazioni dei Millennials e della Generazione Z portano avanti istanze forti: cercano un contesto lavorativo appagante, flessibilità come standard, allineamento con i loro valori. Di conseguenza, le aziende devono affrontare, tra tanti altri, problemi di retention dei talenti e frammentazione della cultura aziendale.

Un approccio HR data-driven trasforma il clima aziendale sostituendo decisioni intuitive con evidenze concrete e trasparenti.

Tre aree specifiche sono quelle principalmente coinvolte.

Coinvolgimento e motivazione

L’analisi data driven del coinvolgimento consente di misurare in tempo reale il morale dei team, individuare i driver motivazionali e personalizzare gli interventi. Survey pulse, sentiment analysis e dashboard intuitive aiutano i manager a capire l’effetto concreto delle loro azioni. I dati rivelano connessioni spesso invisibili tra fattori ambientali, stili di leadership e performance, permettendo interventi mirati.

Analisi predittiva del turnover

Modelli predittivi basati su decine di variabili comportamentali, dalla frequenza dei feedback negativi ai pattern di utilizzo dei benefit, dalle interazioni sociali ai carichi di lavoro segnalano con mesi di anticipo i dipendenti a rischio uscita.

L’HR riceve alert personalizzati con insight e raccomandazioni specifiche come riassegnazione di progetti, discussioni di carriera o modifiche al work-life balance.

Inclusione e parità

L’HR analytics aiuta a rilevare e correggere bias inconsci in processi di assunzione, valutazione e carriera. Sistemi di monitoraggio continuo della parità salariale, dell’accesso alle opportunità di sviluppo e della rappresentanza in posizioni di leadership forniscono una fotografia oggettiva dello stato dell’inclusione aziendale. 

L’intelligenza artificiale viene in aiuto nell’identificare pattern discriminatori sottili, come differenze nelle valutazioni di performance per gruppi demografici simili o disparità nell’assegnazione di progetti ad alta visibilità. 

Gli algoritmi di matching possono invece suggerire mentorship e opportunità di networking per supportare la crescita di gruppi sottorappresentati.

I numeri raccontano storie: 3 casi aziendali di successo dell’approccio data driven

Dopo l’adozione di un sistema avanzato di people analytics:

  • +26% di produttività
  • +14% di utile netto
  • +80% di conversione dei neoassunti in contratti stabili
    Merito di un migliore onboarding e della capacità di individuare i talenti nascosti.
  • Un’azienda di servizi professionali

Utilizzando analytics per selezionare i CV ha ottenuto:

  • miglioramento nel match tra candidati e ruoli
  • riduzione del time-to-hire
  • ROI del 500% sul processo di selezione
  • Una catena di ristorazione

Analizzando i dati provenienti da sondaggi di engagement, ha potuto intervenire nei punti vendita con clima critico.

Il risultato:

  • riduzione dell’assenteismo
  • miglioramento del customer satisfaction index

Le 5 verità da conoscere prima di adottare un approccio data- driven nelle HR

  • Il dato è utile solo se leggibile
    Serve formare l’HR su strumenti e metriche. Senza competenze analitiche, anche la miglior dashboard resta muta.
  • La tecnologia abilita, ma non basta
    SAP, Power BI, Visier, Workday: strumenti fondamentali, ma senza una strategia condivisa il rischio è la frammentazione.
  • I dati devono essere di qualità
    Archivi disordinati, silos informativi e mancanza di standard impediscono un’analisi utile. La prima sfida è organizzativa.
  • Serve una governance chiara
    Cosa misurare? Perché? Chi interpreta i risultati? Una regia forte è essenziale per evitare autoreferenzialità.
  • I dati devono generare decisioni concrete
    L’HR analytics ha valore solo se produce impatti visibili: nuovi percorsi di carriera, politiche di reward, piani formativi mirati.

Ascoltare i dati per capire le persone

Non si tratta di leggere tabelle. Non si tratta nemmeno di affidarsi completamente alla tecnologia.

L’approccio data-driven è un modo per guardare al capitale umano attraverso la lente d’ingrandimento dei numeri. I dati aiutano a porsi domande più lucide e a vedere dove si sta andando. Il passaggio funziona solo se si ha il coraggio di rilevare che l’esperienza, sempre fondamentale, e l’intuito, da soli non bastano a costruire un nuovo umanesimo delle organizzazioni.

Questi rimangono, ma accanto a loro, oggi, c’è una bussola in più.

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